Fratelli coltelli
Il giovane, nobile fiorentino Guelfo vive con la madre, non lavora e non ha mai una lira. Quando la madre muore in un incidente, Guelfo crede di essere l’unico erede ma, alla lettura del testamento, ha la promessa di sentirsi dire che esiste un fratello. Sua madre, circa trenta anni prima, ha avuto un figlio illegittimo che ora diventa erede al cinquanta per cento. Costui si chiama Felice, fa il cameriere in una pizzeria di Bari ed è amico di uno studente di legge fuori corso indebitato con bande locali di usurai. Ricevuta la convocazione, Felice si precipita a Firenze con l’amico e si sistema nella grande villa “di famiglia”. Ben presto però si accorge che c’è poco da stare allegri: l’eredità non esiste perché la vecchia signora aveva solo debiti. Tuttavia i due fratelli cominciano a beccarsi con varie ripicche, finché ognuno si prende metà della villa. L’arriva della falsa baronessina Sonia mette poi in crisi entrambi: si fanno truffare, perdono gli ultimi soldi disponibili, e nel momento peggiore tra loro nasce una certa amicizia che si consolida quando il fido cameriere Vannino rivela loro l’esistenza di una preziosa collana. L’oggetto viene recuperato, rubato dagli esattori del racket, ripreso infine con il prezioso aiuto della bella Sonia. Guelfo, Felice e Sonia diventano allora inseparabili. Con l’aggiunta di prole in arrivo. Da un soggetto dei fratelli Vanzina di alcuni anni fa, pensato per Diego Abatantuono e Christian De Sica, ad una commedia con attori esordienti, o quasi. Questo il percorso di “Fratelli Coltelli”, diretto da Maurizio Ponzi, uno dei piu’ originali tra i registi italiani di commedie. L’autore di “Madonna che silenzio c’e’ stasera”, [...] ha accettato questo incontro con la fertile faciloneria dei formidabili fratelli, proprio per la possibilita’ di guidare degli attori giovani, “incontaminati”. Non degli inesperti, comunque: se, da un lato Simona Ventura resta la diva del film, forte dei suoi successi televisivi, la cui presenza aleggia dietro ogni sua battuta, la coppia Solfrizzi-Stornaiolo, ha alle spalle anni di televisione e un grande successo regionale nel teatro di cabaret in Puglia. Proprio la grande verve dei due nel rendere un tipo di pugliese diverso dal gergo macchiettistico finora presente nel cinema italiano, da Lino Banfi al terrunciello di Abatantuono, e’ la forza di questo film [...]
(fonte: Tempi Moderni, rivista di cinema on-line, del 1997)
CAST TECNICO ARTISTICO
Regia: Maurizio Ponzi
Soggetto: Franco Ferrini, Enrico Vanzina, Carlo Vanzina
Sceneggiatura: Franco Ferrini, Emilio Solfrizzi, Cesare Frugoni
Fotografia: Maurizio Calvesi
Scenografia: Eugenio Liverani
Costumi: Raffaella Fantasia
Musica: Antonio Di Pofi
Montaggio: Sergio Montanari
Produzione: Video 80
(Italia, 1997)
Durata: 95′
Distribuzione: MEDUSA
PERSONAGGI E INTERPRETI
Felice: Emilio Solfrizzi
Guelfo: Fabio Canino
Tonio: Antonio Stornaiolo
Sonia: Simona Ventura
Vannino: Flavio Bucci
Niobe: Katia Beni
Donna Virginia: Graziella Scaliarini
Donna Virginia giovane: Sara Ricci
Taison: Pinuccio Sinisi
Gallo: Dante Marmone